Gli inibitori dell’aromatasi non presentano una maggiore efficacia rispetto al Megestrolo nelle donne in postmenopausa con carcinoma mammario metastatico


Numerosi studi clinici controllati hanno valutato i nuovi inibitori dell’aromatasi ( seconda generazione: Formestano, Fadrozolo; terza generazione: Letrozolo, Anastrozolo, Vorozolo, Exemestane ) dopo insuccesso del Tamoxifene nel carcinoma mammario metastatico.
In alcuni studi hanno dimostrato di produrre una più prolungata sopravvivenza rispetto al Megestrolo.

Ricercatori italiani hanno compiuto un’analisi pooled di tutti gli studi clinici di fase III, pubblicati tra il 1996 ed il 2004 che hanno valutato gli inibitori dell’aromatasi come terapia endocrina di seconda linea per i pazienti con tumore mammario metastatico.

Nessuna significativa differenza nella percentuale di risposta generale e nel tempo alla progressione della malattia è stata osservata nei 9 studi clinici, che hanno comparato gli inibitori dell’aromatasi ed il Megestrolo ( 3.908 pazienti ) ed in 6 studi clinici di confronto tra inibitori dell’aromatasi e Megestrolo ( 2.415 pazienti ).

Gli inibitori dell’aromatasi hanno prodotto un maggior numero di vampate di calore rispetto al Megestrolo ( p = 0.004 ), ma una minore incidenza di aumento di peso ( p = 0.001 ), dispnea ( p = 0.008 ) ed edema periferico ( p = 0.03 ).

L’analisi pooled ha mostrato che gli inibitori dell’aromatasi nella terapia endocrina di seconda linea nei pazienti con tumore metastatico alla mammella non sembrano presentare benefici additivi rispetto al Megestrolo nella percentuale di risposta generale e nel tempo alla progressione della malattia. ( Xagena2005 )

Carlini P et al, Cancer 2005; 104: 1335-1342

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